Reportage

FERRARA IN BICICLETTA

ARTE, NATURA E LIBERTÀ

Città nobile e rurale, di terra e di acqua, sorta intorno a un guado del fiume Po. Raffinata corte rinascimentale che conserva il fascino umanistico della città ideale. Le sue geometrie invadono le tele di De Chirico. Nei suoi ampi viali risiede il silenzio metafisico.

Andiamo alla scoperta di questa elegante cittadina gustandoci il piacere di una giornata all’aria aperta.

Murales in Piazza Trento Trieste

LA CAPITALE DELLE BICICLETTE
Niente ciceroni con l’ombrellino in mano o noiose audioguide nei musei, nello scrigno degli Estensi, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ci si immerge nella storia pedalando, tra il labirinto di viuzze della zona medievale e dei luoghi ebraici, negli ampi viali rinascimentali, in mezzo al verde dei suoi parchi o lungo il perimetro delle mura e la guida ti passa anche a prendere in bicicletta!
Conosco Emanuela Mari, la mia guida turistica per un giorno. Di buon mattino è già nella hall del B&B Hotel, pronta per partire con un gruppetto al femminile di cui faccio parte alla scoperta della città. Manca solo da scegliere la bici, ma a Ferrara ce n’è per tutti i gusti: bici da corsa, mountain bike, bici da signora col cestino, nuove fiammanti, vecchie arrugginite. Già, perché qui la bicicletta più che un mezzo è un vero e proprio stile di vita. I cartelli agli ingressi urbani non mentono: Ferrara città delle biciclette, la capitale italiana delle due ruote, in cui l’utilizzo di questo mezzo da parte degli abitanti è addirittura tra i più alti d’Europa e già solo questa cosa fa venire voglia di noleggiarne una per confondersi tra i residenti nel piacere della pedalata. Dice Emanuela che, secondo una stima, ogni famiglia ferrarese ha almeno tre biciclette, anche perché mai, quando se ne acquista una nuova, si butta quella vecchia. Insomma, a Ferrara la bicicletta è un po’ come il pane e, si sa, anche il pane raffermo può essere utilissimo!
Sulle strade la fanno da padroni ciclisti di ogni tipo: signore di una certa col sacchetto della spesa o il cagnetto nel cestino, uomini distinti in giacca e cravatta, spericolati ragazzini con la testa chissà dove, che affiancano sportivi equipaggiati con ogni accessorio tecnico, ma anche vecchietti curvi che, nonostante l’età, non mollano la loro bicicletta, perché l’importante è iniziare a pedalare e poi basta poco e si va!
Ferrara in Bicicletta
PEDALANDO NELLA COSTELLAZIONE DI ERCOLE
Il duca Ercole I doveva essere un uomo ambizioso: grazie a lui possiamo pedalare nel bel mezzo di una costellazione senza indossare la tuta da astronauta. Proviamo a sovrapporre la costellazione di Ercole alla mappa di Ferrara e rimarremo letteralmente sorpresi nel notare la perfetta corrispondenza tra la posizione dei monumenti estensi e quella delle stelle della geometria celeste. Ciò non è un caso, ma un preciso disegno ideato da Pellegrino Prisciani, un dotto astrologo chiamato dal duca insieme all’architetto Biagio Rossetti per il progetto dell’Addizione Erculea: un ampliamento verso nord per inglobare gli antichi borghi fuori dalle mura, ma soprattutto un disegno urbano che rimanesse impresso sull’architettura della città, come segno perpetuo del potere estense. Snodo principale era il Quadrivio degli Angeli: un incrocio tra due assi viari, di cui uno in linea con il Castello. In quell’esatta posizione il Prisciani aveva identificato il massimo splendore del sole, allo zenit durante il solsizio d’estate, e il Rossetti aveva ideato un modo per dare perennità a quella luce, progettando un grande contenitore di raggi solari, il Palazzo dei Diamanti: un edificio ricoperto da una corazza argentea di bugne di pietra bianca a forma di diamante, orientate in modo diverso per riflettere al meglio la luce. Pare addirittura che il duca Ercole avesse fatto nascondere un diamante della sua corona in un cuneo della facciata. I putti del vicino Palazzo Prosperi-Sacrati, affacciati con le gambe a penzoloni sotto il balcone d’ingresso, stanno ancora scommettendo sotto quale bugno si trovi quel “dannato diamante”. Avrebbe di certo voluto chiamarlo così il povero capomastro, ma gli fu tagliata la lingua e poi venne anche accecato. Almeno il duca riuscì a rasserenarsi, senza essere più tormentato dall’idea che quell’uomo, l’unico oltre a lui a conoscerne la posizione, glielo potesse rubare. In effetti l’ubicazione di quella pietra si dice fosse stata calcolata in modo tale da concentrare straordinarie energie telluriche, motivo per cui, all’interno dell’edificio, i più illustri dotti del tempo si riunivano in intense sedute di astrologia e alchimia. Un balcone angolare invita a osservare il palazzo lateralmente, in linea con la prospettiva dei viali, mezzo di cui si servì il Rossetti per unificare gli antichi borghi medievali alla parte rinascimentale, attraverso assi viari portanti, uniti da incroci di rappresentanza, su cui si affacciavano i grandi palazzi signorili, con vasti spazi dedicati a parchi, giardini e ampie piazze, come quella Ariostea, in cui l’ultima domenica di maggio, si tiene il Palio Ferrarese, detto anche “della Pace”, uno dei più antichi d’Europa, dal 1259. Al centro della piazza, di forma ovale, una colonna sostiene la statua di Ludovico Ariosto, che a Ferrara scrisse l’Orlando Furioso.
Questa impostazione urbana, grazie alla quale Ferrara fu definita “la prima città moderna d’Europa”, prevedeva: a nord la parte rinascimentale, compresa tra le mura settentrionali e il Corso della Giovecca. A sud la parte medievale, dal Corso della Giovecca fino al tratto murario meridionale. Al centro il Castello Estense, simbolo della città. Tutt’intorno le mura monumentali, oggi patrimonio dell’umanità.
La Repubblica Fiorentina aveva mandato il grande Michelangelo nella città di Ferrara per studiare i baluardi orientali di quella cinta muraria che, dotata di torrioni, cannoniere, porte e passaggi, costituiva nel Cinquecento il miglior sistema difensivo in Italia. Gli Estensi, abili strateghi militari, erano però anche amanti della cultura e della bella vita: Ferrara ai loro tempi era la capitale del teatro, della musica, della danza, dei banchetti e delle parate militari. All’interno delle mura i duchi avevano fatto realizzare giardini, terme e luoghi di svago e il fossato veniva inondato per diventare teatro di veri propri tornei militari con enormi zattere. Un modo per esaltare la loro magnificenza e per riposarsi dagli impegni del governo, motivo per cui fecero costruire le cosiddette “delizie”, residenze principesche, isolate nella campagna lungo il Delta del Po, anch’esse sotto la tutela dell’Unesco. Al tempo del duca Lionello, Ferrara era un centro della cultura umanista che ruotava intorno allo studiolo di Belfiore, non più esistente, mentre un’altra delizia era stata scelta dal duca Borso d’Este come rifugio dalla noiosa vita quotidiana: il Palazzo Schifanoia, fatto erigere alla fine del Trecento per “schivar la noia”. La dimora custodisce nel Salone dei Mesi un ciclo di affreschi quattrocenteschi dei grandi maestri dell’“Officina Ferrarase”: un viaggio nel tempo tra cortigiani, putti, paesaggi fantastici e divinità pagane, avvolti da misteriosi simboli legati all’alchimia che rimangono tutt’ora incompresi.
Nessuno è mai riuscito a decifrare nemmeno la simbologia che ruota intorno alla Cattedrale, risalente al 1135 e dedicata a San Giorgio, patrono della città, al ventesimo posto – coi suoi 118 metri di lunghezza – nella lista delle chiese più lunghe al mondo (come riportato sul pavimento della Basilica di San Pietro a Roma, prima con i suoi 186, 36 metri). Ricorrenti geometrie ritmano la facciata, le cui decorazioni riproducono il giardino dell’Eden, tramutando l’intero edificio in un gigantesco albero della vita, mentre le colonnine poste sul lato destro, custodiscono un simbolismo alchemico che è tutt’ora oggetto di studio. Sono opera dei Maestri Comacini, famosi per la loro tendenza a lasciare messaggi nascosti nelle loro sculture. Un’arte sacra tanto ammaliante quanto misteriosa, in una città legata alle stelle e ricca di storie insolite, celate sotto l’ombra dei suoi monumenti e anche nel buio dei suoi sotterranei.
In quelli del vicino Conservatorio Musicale “Frescobaldi” è ancora possibile visitare la cella dove fu rinchiuso Torquato Tasso, che a Ferrara scrisse La Gerusalemme Liberata. Tormentato da squilibri mentali, diede in escandescenze durante una cerimonia ducale e il Duca Alfonso II d’Este lo fece imprigionare per ben sette anni. A pochi passi da lì, riecheggiano nomi di personaggi illustri che diedero prestigio all’Università, una delle più antiche d’Italia, fondata nel 1391 per volere di Nicolò II d’Este. Vi si laurearono personalità di spicco, tra cui Ludovico Ariosto in Legge, Nicolò Copernico in Diritto Canonico e, in Teologia, Girolamo Savonarola, raffigurato nell’atto di predicare, con un’espressione pressoché inquietante, in una statua accanto al Castello Estense. Il religioso, appartenente all’ordine dei domenicani, inveiva contro la corruzione della Chiesa e la decadenza dei costumi, prima di tutto la pratica della sodomia, invocando l’esigenza di rigenerare il clero. Nonostante il suo successo, negli anni varcò i limiti di ciò che era considerato “lecito” a un religioso. Fu condannato per eresia, impiccato e poi arso. Il rogo fu acceso da un sodomita. Nel bruciare, però, un braccio del Savonarola si staccò e la mano destra parve alzarsi con due dita dritte, come in segno di benedizione. Era il 23 maggio 1498, in Piazza della Signoria a Firenze. Ancora oggi, all’anniversario di quel martirio, vengono sparsi i fiori sul luogo di quel rogo. Raggiungo così il Castello Estense per un piacevole giro in barca all’interno del fossato, alimentato dalle acque del Po di Volano: un ramo del fiume che raggiunge il centro città.
Curiosità: Il primo nucleo di Ferrara, risalente al VII secolo, era di tipo militare, fondato dalla città di Ravenna per contrastare l’avanzata dei Longobardi. Il castrum bizantino sorgeva sulla sponda sinistra del Po, ma nel XII secolo, una serie di piene deviarono il ramo principale del fiume, spostandolo più a nord, dove si trova ora.
IL CASTELLO ESTENSE: TRA AFFRESCHI E SEGRETE
Se non fosse stato per quei 25000 ducati chiesti in prestito a Francesco Gonzaga, signore di Mantova, forse oggi il Castello non esisterebbe. Ma Niccolò II, detto lo Zoppo, a causa di una tremenda gotta che non gli dava pace, era terrorizzato dalla furia del popolo che, ridotto in povertà, era insorto violentemente contro gli Estensi. Così chiese aiuto al nobile mantovano e, nel tempo record di due anni, dal 1385, si fece costruire un’elegante roccaforte dove dormire sonni tranquilli, inglobando una torre già esistente, detta “dei Leoni”, la cui sommità si raggiunge salendo centoventi gradini dalla “Loggia degli aranci”, una terrazza panoramica adorna con piante di agrumi che donano un tocco mediterraneo alla principesca dimora.
Pittori come Tiziano e Raffaello diedero sfoggio delle loro abilità in sontuose sale affrescate che si susseguono una dopo l’altra ai piani nobili, mentre nelle cucine ducali, coperte dalle antiche volte a botte, tra gli ampi camini e gli scoli dei vecchi acquai che squarciano il pavimento originale, alcune miniature ricordano le spettacolari preparazioni delle tavole imbandite per i banchetti di corte, con un numero strabiliante di portate, servite tra rappresentazioni sceniche e intrattenimenti musicali: sono estratti dei trattati di Cristoforo di Messimburgo, famoso “scalco” della corte estense, abilissimo cuoco, nonché geniale cerimoniere dei fastosi ricevimenti.
Ma quel Castello nasconde dell’altro: storie macabre. Forse fantasmi. Quelli di Ugo e Parisina. Non erano che due ragazzini, ma Parisina era stata data in sposa al padre di Ugo, Niccolò III d’Este, molto più anziano di loro. I due portarono avanti segretamente il loro amore proibito, ma furono scoperti e rinchiusi nelle prigioni del Castello. Niccolò fece catturare e uccidere tutte le donne adultere di Ferrara e, alla fine, toccò a loro. Morirono decapitati sullo stesso ceppo di legno. Una storia che colpì l’immaginario collettivo e ispirò diversi scrittori e musicisti, tra cui Lord Byron, Gabriele d’Annunzio e Donizetti. Alcune leggende ferraresi, però, narrano di strani lamenti provenienti dalla cella dei due amanti: sarebbero quelli dei fantasmi di Ugo e Parisina e di tutte le donne uccise a causa loro. Il Castello cela nelle sue umide segrete un’altra storia che ha dell’incredibile. “Don Giulio aveva due occhi bellissimi” mi dice la guida, mentre mi chino per entrare in una cella. In quella stanza buia e malsana a livello del fossato, dove ogni senso sembra annullarsi nell’oscurità, fu rinchiuso Giulio d’Este, vittima di una congiura politica. La scintilla fu scatenata da una dama di corte, di cui si era invaghito il fratello di Giulio, Ippolito, il quale, però, era stato rifiutato poiché, a dire della donna, gli occhi di Don Giulio valevano molto più di quanto valesse lui. Dopo una vita passata in prigionia, Giulio fu liberato all’età di 81 anni, per grazia di Alfonso II. Nonostante avesse trascorso 53 anni rinchiuso in una cella, si dice che fosse perfettamente lucido. Era certamente invecchiato e cieco da un occhio, poiché Ippolito, posseduto dall’ira, prima di farlo imprigionare, aveva ordinato di ucciderlo e accecarlo. Ma Giulio era sopravvissuto all’imboscata, seppur salvando un solo occhio. Sicuramente bellissimo.
STORIE DI MOTORI
La capitale italiana delle biciclette porta nel suo bagaglio anche epiche storie di motori. Una targa in Corso Ercole I, posta sulla facciata del Palazzo Gulinelli, ricorda l’incontro tra Ettore Bugatti, un giovane milanese appassionato di cavalli e automobili, e i conti Gulinelli, proprietari della migliore scuderia d’Italia e appassionati di motori. Le loro reciproche passioni fecero nascere un’amicizia e una collaborazione da cui scaturì il progetto dell’unico modello Bugatti-Gulinelli, provato per la prima volta fra gli sguardi attoniti dei contadini nella campagna, dove i conti avevano la famosa scuderia, dalla quale un giorno uscì a gran velocità un’autovettura che quasi investì un contadino, il quale, riferendosi al pilota, eslamò: “Ma chi è c’ l’ imbezil?”. Alla guida era il re d’Italia Vittorio Emanuele III che stava provando la nuova automobile, presentata l’anno successivo (1901) al Concorso Eleganza Città di Milano, dove vinse il primo premio, dando inizio al mito della Bugatti. Un’altra casa automobilistica di prestigio fa parlare di sé a Ferrara, città in cui Ferruccio Lamborghini istituì la prima sede del museo del suo lussuoso marchio. Ferruccio, in realtà, produceva trattori, poiché nella sua famiglia, di origini ferraresi, erano tutti agricoltori. A 47 anni però, vista la fortuna accumulata, decise di iniziare a costruire lussuose granturismo. Pare che l’idea gli sia venuta dopo un battibecco con Enzo Ferrari, durante il quale quest’ultimo gli avrebbe risposto: “Tu continua a costruire trattori e a me lascia costruire le macchine sportive!”.
Ferrara in Bicicletta
Targa su Palazzo Gulinelli
LA CITTÀ DEL SILENZIO, CULLA DELLA METAFISICA
La “deserta bellezza di Ferrara” che ispirò D’Annunzio nei suoi versi Le città del silenzio, immerse in profonde riflessioni il pittore Giorgio De Chirico, giunto nella città nel 1915, durante il servizio militare in seguito allo scoppio del primo conflitto mondiale.
La guerra e i suoi massacri sono esperienze che svuotano l’essere umano, fino a farlo quasi impazzire. Il pittore fu infatti ricoverato presso l’ospedale per malati di nevrosi di guerra e proprio lì conobbe gli artisti  Carlo Carrà, Savinio e De Pisis. Dopo quegli incontri iniziò a chiamare la sua pittura “metafisica”. Furono proprio i quadri ferraresi, vere e proprie icone della modernità, a esercitare una profonda influenza sia sulla coeva arte italiana, sia su movimenti internazionali.“Commovente fino alle lacrime” nelle parole di René Magritte, la pittura di De Chirico fu travolta da un’ondata di emozioni di fronte a quella silenziosa cittadina che iniziò a raffigurare negli sfondi delle sue tele, in un mondo irreale popolato di meraviglie.
La geometria ordinata della conformazione urbanistica formatasi nel Rinascimento diventa il palcoscenico su cui recitano personaggi muti e senza volto. La guerra svuota l’anima. Gli enigmi che percorrono l’esistenza prendono forma attraverso atmosfere sospese e pervase di inquietudine. Nella sua opera più nota, Le muse inquietanti (1918, olio su tela, cm 97 x 66. Milano, collezione privata), vero e proprio manifesto della pittura metafisica, il Castello Estense diventa lo sfondo di manichini fragili, inermi, incerti, attraverso i quali l’artista vuole devitalizzare la realtà: certe esperienze lasciano come traccia solo delle forme vuote. Ecco allora che nell’arte si fa largo la follia. Le muse, figure mitologiche che ispiravano gli artisti, diventano nell’opera “inquietanti” perché devono indicare quella strada che va oltre le apparenze, devono farci dialogare con il mistero.
La cittadina estense diviene quindi la metafora del mondo. Le muse sono guardiane di uno scrigno che contiene i misteri dell’universo, sfuggevoli, incomprensibili. De Chirico non scelse Ferrara per eleggerla a capitale della metafisica, ma fu piuttosto la città stessa fonte di profonde suggestioni che contribuirono a rendere metafisico il significato senza tempo della sua opera.
GLI ITINERARI CICLABILI FERRARESI
La provincia di Ferrara è un palcoscenico ideale per gli appassionati di escursioni e vacanze facili in bici in cui è possibile pedalare quasi tutto l’anno, gustandosi l’emozione che il silente procedere della bicicletta è capace di dare, lungo itinerari che diventano veri e propri viaggi nella cultura della città e del suo territorio, tra cui la pista ciclabile Delta Po, una delle ciclovie più lunghe d’Italia che fa sognare cicloviaggiatori provenienti da tutta Europa. Numerosi itinerari per il cicloturismo partono dal centro di Ferrara, inserita nella rete europea Cities for Cyclists, e si diramano verso il territorio circostante, tra rasserenanti campagne punteggiate da castelli e residenze di campagna, le cosiddette “delizie” estensi, attraversando paesaggi diversi ma sempre orizzontali che agevolano la pedalata anche per chi è un po’ fuori allenamento. Dai siti web del cicloturismo sono scaricabili i diversi Roadbooks, disponibili gratuitamente presso gli uffici informazioni di tutta la provincia anche in formato cartaceo per essere sempre a porta di mano, anzi di manubrio, essendo previsti di pratici fori pensati apposta per essere installati. Ognuno di essi riporta mappe, dettagli altimetrici, distanze e indicazioni precise, nonché punti di ristoro, noleggiatori e riparatori di biciclette: dei veri e propri navigatori per chiunque decida di scoprire le bellezze ferraresi accompagnato da un senso impagabile di libertà. I cicloturisti possono usufruire delle biciclette gratuite presso gli alberghi o recarsi nei vari punti di noleggio e contare su un servizio di navette per il trasporto di bici e bagagli.
10 ITINERARI CICLABILI CON PARTENZA O ARRIVO A  FERRARA 
1.  PEDALARE SUL GRANDE DELTA: DA VENEZIA A FERRARA
Venezia, uno dei più grandi capolavori che l’umanità abbia mai prodotto: città galleggiante, misteriosa, impregnata di storia e di un fascino indimenticabile con la sua Laguna Veneta, è meta turistica per eccellenza. Questo itinerario prende le mosse da Venezia da dove si raggiunge Chioggia. Dopo aver oltrepassato i fiumi Brenta ed Adige, si snoda verso sud tra il paesaggio che il fiume Po crea nel suo procedere lento verso il mare Adriatico, dando vita ad una delle più vaste zone umide europee del Mediterraneo: il Delta del Po, luogo per eccellenza di itinerari naturalistici, ambientali e gastronomici. Il percorso giunge a Ferrara lungo il tracciato della Destra Po. Due città amiche e nemiche, legate dalla cultura e da una storia secolare, in cui le guerre si alternarono ai periodi di amicizia salda, quasi ostentata, quando i duchi di Ferrara venivano accolti a San Marco con onori e fraternità.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 216,55
– Difficoltà: adatto a tutti, su terreno pianeggiante, prevalentemente su strade a basso traffico.
2. IL PARCO E IL MARE: MESOLA – LIDI DI COMACCHIO – COMACCHIO
Un itinerario ricchissimo di tappe tra arte, boschi, natura, mare, toccando i luoghi più significativi del Parco del Delta del Po in territorio ferrarese.
Si parte dal Castello della Mesola, delizia estense, per visitare il Gran Bosco della Mesola, poi l’Abbazia di Pomposa e giungere alla costa con le sette località di mare. Dal portocanale di Porto Garibaldi su ciclabile si arriva alla cittadina lagunare di Comacchio, con i suoi ponti e i suoi canali, vera capitale del Parco del Delta del Po.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 55,87
– Difficoltà: adatto a tutti, percorso pianeggiante prevalentemente su strade secondarie e poco trafficate. Alcuni tratti su ciclabile esclusiva parte dei quali (FE219 e FE301) con fondo sterrato.
3. MONACO – FERRARA
Dalla Baviera alla Pianura Padana incontrando rilievi montuosi, fiumi e laghi. Un lungo itinerario dal fascino davvero unico.
Si parte da Monaco, lasciando alle spalle il boccale di birra e la Marienplatz, si prosegue costeggiando il fiume Isar e si raggiunge in Austria il fiume Inn che attraversa Innsbruck, prezioso gioiello tra i ghiacciai. Valicando le Alpi, sono ancora fiumi e laghi ad accompagnare il viaggio tra le vallate ed i paesaggi montani fino a Bolzano.
Seguendo le ciclabili sul fiume Adige si arriva a Trento e poi, verso il Lago di Garda, il clima diventa più mite. Le montagne lasciano il posto alle colline e ben presto si arriva, dopo lunghe e distensive discese, nell’infinita Pianura Padana. In compagnia del fiume Mincio, si arriva alla splendida Mantova.
Lasciando il Mincio per il Grande Fiume Po, si giunge infine verso la città di Ferrara, per ammirare il centro storico, il Ghetto ebraico, il Palazzo dei Diamanti con le sue mostre d’arte ed il bellissimo Castello Estense circondato dalle acque.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 615.
– Lunghissimo itinerario per il quale è richiesta una buona preparazione. Principalmente asfaltato, presenta diversi tratti sterrati quasi esclusivamente in territorio tedesco. Per buona parte si utilizzano percorsi ciclopedonali esclusivi (Isarradweg, Via Bavarica Tyrolensis, Innradweg, Ciclopista del Sole, Ciclabile del Mincio, Destra Po e altre) e alcuni tratti di strade a basso traffico. Si consigliano almeno sette tappe intermedie: Bad Tölz, Achenkirch, Innsbruck, Vipiteno, Bolzano, Rovereto, Mantova.
4. DESTRA PO
Tra natura e storia: uno straordinario itinerario che accompagna il grande fiume Po nei suoi ultimi 100 km, sino al mare. Si tratta di una delle ciclovie più lunghe d’Europa, una delle più amate. Lungo il percorso, vario e scenografico: la Rocca Possente di Stellata, il Mulino sull’acqua presso l’area golenale di Ro, la biforcazione del fiume presso Serravalle, il Castello della Mesola, i porti di Goro e Gorino sino al Faro. É possibile effettuare escursioni in barca nel Po o nella Sacca di Goro.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 119,5
– Percorso prevalente su ciclabile, pianeggiante e asfaltato, le cui difficoltà derivano dalla lunghezza e dalla completa esposizione al sole. Per questo motivo sono consigliati i periodi primaverile e autunnale; durante l’estate è preferibile sfruttare le ore del mattino e del tardo pomeriggio. Da non dimenticare: attrezzi per riparazione e una scorta di acqua. Può essere utilizzato qualsiasi tipo di bicicletta.
5. L’ANELLO DELL’EST
Dalla maestosa Ferrara fino a Comacchio, attraverso un percorso fatto di oasi, valli, delizie e straordinarie testimonianze architettoniche.
Questo itinerario comprende gran parte del territorio provinciale ad est di Ferrara, collegando con ampie volute a nord ed a sud le due cittadine di riferimento: Ferrara, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che nel Rinascimento ebbe il periodo di maggior splendore, e Comacchio, città lagunare, con i suoi monumenti di epoca barocca e le vicine località balneari. A nord si costeggia il fiume Po, nel tratto più bello della sua corsa: quello verso la foce. Le acque placide raggiungono il mare e si possono seguire attraversando una campagna rigogliosa fino al Delta del Po. Tra paesaggi unici e un ecosistema ricchissimo, si pedala nel delicato confine tra terra ed acqua, in un variare di vegetazione e di avifauna.
Pedalando verso sud, i grandi specchi di valle fanno da contraltare alle distese di boschi ed ai campi di grano e di colza, sino a tornare, passando di delizia in delizia e di oasi in oasi, alla bellissima città estense con le sue mura, la cattedrale, i monasteri ed il meraviglioso Castello, Palazzo dei Diamanti e Schifanoia.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 198,1
– Lungo itinerario ad anello principalmente asfaltato, con diverse tipologie di percorso. Si consiglia di suddividerlo in 2/3 tappe.
6. FERRARA – BONDENO – FERRARA
Il grande anello d’acqua del Burana: dal cuore della città estense un percorso circolare lungo importanti vie d’acqua che conduce fino alla città matildea. Dallo splendido Parco Urbano di Ferrara, si procede controcorrente rispetto allo scorrere del grande fiume verso Bondeno. È consigliata una sosta negli agriturismi della zona, prima di rientrare verso la città collegandosi alla bellissima ciclopista del Burana, una via interamente alberata che conduce sino all’ingresso di Ferrara, costeggiando il canale.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 58,4
– Itinerario di media lunghezza senza particolari difficoltà, pianeggiante, segnalato e quasi completamente su ciclabili  (FE213, FE20, FE101). È interamente asfaltato, tranne un breve tratto sterrato sulla cinta muraria. Per lo più esposto al sole, con un lungo tratto in ombra a lato del canale Burana. Prestare attenzione agli attraversamenti stradali da effettuare nei punti opportunamente segnalati.
7. BOLOGNA – FERRARA
Un percorso nel cuore dell’Emilia tra Bologna, la città dei mille portici antichi e moderni, e Ferrara, la città rinascimentale
Lasciate le due Torri di Bologna e la piazza del Nettuno, si percorre la Via della Seta, antico itinerario utilizzato dai mercanti che da Venezia raggiungevano Livorno, portando con sé le più svariate merci provenienti dall’Oriente. Lungo il tragitto, si consiglia una sosta a Villa Smeraldi per scoprire la storia della pianura tra Bologna e Ferrara e delle sue colture (dalla canapa alla barbabietola, dal grano al riso).
Passato poi Bentivoglio, si percorre senza soluzione di continuità la ricca campagna emiliana, attraverso piccoli paesi e vasti paesaggi sino a raggiungere le torri del Castello Estense nel cuore della città rinascimentale di Ferrara.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 62
– Il percorso si snoda parzialmente lungo la ciclovia della Seta totalmente segnalata, per poi procedere su strade secondarie e strade bianche a traffico misto.
8. VERONA – FERRARA
Da Verona a Ferrara, lungo un percorso che unisce la bellezza naturalistica di parchi ed oasi al fascino artistico e culturale di alcune importanti città.
Un percorso che collega idealmente due città che hanno in comune la storia di un amore travagliato: Romeo e Giulietta nella città dell’Arena e dell’Adige, Ugo e Parisina nella città del Castello Estense e del fiume Po.
L’itinerario attraversa per la splendida città-fortezza di Peschiera, dove il Mincio si getta nel Lago di Garda e procede lungo gli itinerari EuroVelo 7 (Il percorso del Sole), ed EuroVelo 8 (Il percorso Mediterraneo), toccando il Lago, i fiumi Mincio e Po, parchi ed oasi e le città rinascimentali di Mantova e Ferrara.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 183,4
– Da Verona si prosegue lungo la suggestiva Strada Provinciale Gardesana, molto trafficata in particolare nei periodi estivi e nel fine settimana: si raccomanda attenzione. Si procede poi su percorsi asfaltati, senza particolari difficoltà e con lunghi tratti su piste ciclabili o su strade carrabili ad accesso regolamentato, spesso molto esposti al sole.

9. PERCORSO CIRCOLARE FERRARA – CENTO

L’itinerario circolare si svolge nelle terre ad ovest di Ferrara, cosiddette dell’Alto Ferrarese, terre alte e storicamente più governabili dal punto di vista idraulico. Si tocca la provincia di Modena, si attraversa un paesaggio agrario dominato da frutteti e colture cerealicole, tra il Panaro a nord e il Reno a sud. Meta artistica è il centro storico di Cento, con i suoi palazzi, i musei e la Rocca.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 93,39
– Difficoltà adatto a tutti, pianeggiante, in parte su ciclabile esclusiva (FE 101 del Burana, in andata e ritorno) e in parte su strade secondarie a basso traffico. Tratto su sterrato a lato del Cavo Napoleonico, nel percorso di ritorno verso Santa Bianca.
10. FERRARA – RO – MIGLIARINO – OSTELLATO – FERRARA
Da Ferrara ad Ostellato attraverso le suggestive campagne che caratterizzano il cosiddetto basso ferrarese.
Dalla città Estense di Ariosto e Tasso, ci si dirige verso la Destra Po e la cittadina di Ro, nei pressi del grande fiume, immersa nelle campagne care allo scrittore Bacchelli. Si procede poi verso Copparo, comune di nascita del poeta del Novecento Govoni, che ben descrive le strade di campagna lungo le quali si susseguono – senza soluzione di continuità – case rurali sparse, ordinate coltivazioni ed impianti idrovori, solitarie pievi, manufatti e borghi che, meglio di qualunque testo, rivelano ed illustrano le tradizioni di queste terre. Presso il Museo de La Tratta è possibile assistere alla rappresentazione di tre diversi cicli della cultura contadina: quelli del grano, della canapa e del vino.
Si giunge infine a Migliarino e Ostellato e si rientra su Ferrara, seguendo i percorsi già descritti nell’itinerario Ferrara-Ostellato.
Caratteristiche tecniche:
– Lunghezza km 106
– Lungo itinerario ad anello per il quale è richiesta una minima preparazione. Non presenta particolari difficoltà e, a parte un tratto sterrato all’interno di Ferrara ed uno ghiaiato tra Migliarino e Ostellato, è per il resto completamente asfaltato.
Parzialmente segnalato (FE20, FE407) utilizza in parte piste ciclopedonali esclusive e in parte strade secondarie a bassa intensità di traffico o ad accesso regolamentato.
Tracce GPX, percorsi, mappe scaricabili e ulteriori informazioni su:
L’ITINERARIO: DALLE MURA AL CENTRO MEDIEVALE
Punto di partenza: Porta Paola
Punto di arrivo: Piazza della Cattedrale
Lunghezza: 7,8 Km
Dislivello: irrilevante
Tempo necessario: circa 40 minuti, escluso soste
Fondo stradale: asfaltato 80%, sterrato 20%
Difficoltà: percorso adatto a tutti
Partiamo da Porta Paola, uno degli antichi ingressi della città, realizzata nel 1612 e intitolata a Papa Paolo V, allora regnante. Il fabbricato, costruito a scopi militari, assunse la funzione di dazio e di pesa pubblica; oggi è adibito a deposito dell’Ufficio Tributi. Poche pedalate e imbocchiamo Via dei Baluardi, costeggiando le Mura Monumentali, che racchiudono in nove chilometri il cuore della città e sono percorribili sul terrapieno o nel vallo. Nate nel XII secolo a scopo difensivo, furono ampliate in epoca estense contro dagli attacchi dei veneziani. Inizialmente circondate da un fossato, sono dotate di baluardi, torrioni, cannoniere, porte e passaggi e costituivano nel Cinquecento il miglior sistema difensivo in Italia, fatto che costrinse il Papa, desideroso di estendere il suo dominio sulla città, a cacciare gli Estensi in maniera non militare ma diplomatica, alla fine del Cinquecento. Passiamo accanto alla Porta San Pietro, al Baluardo di Sant’Antonio, davanti al quale è stato aperto un passaggio per raggiungere la pista ciclabile sul Po di Volano, e infine al Baluardo dell’Amore, che prende il nome dall’antica porta dell’Amore, non più esistente. Pedaliamo fino alla Porta Romana o di San Giorgio, in linea con il vecchio ponte che portava alla Chiesa di San Giorgio, prima cattedrale di Ferrara, oltre il Po di Volano. Nel Quattrocento gli Estensi affidarono l’antica cattedrale ai monaci olivetani, i quali intrapresero un radicale intervento di restauro e costruirono il nuovo campanile che fungeva anche da faro, poiché situato sulla biforcazione dell’antico delta padano. Oltrepassiamo il Baluardo di San Giorgio, costruito a difesa della Porta di San Giorgio, detto anche Barbacane, dal latino medievale barbacanis, letteralmente “recinto del bestiame”, ad indicare un rinforzo murario a scopo difensivo. Procediamo quindi in leggera discesa lungo un tratto di mura fittamente alberato attorno al grande Baluardo della Montagna o Montagnone, al Torrione di San Giovanni, al Baluardo di San Tommaso e al Baluardo di San Rocco, i cui fianchi arretrati accoglievano le cannoniere. Raggiungiamo il Lato Est delle mura, dette Mura di Ercole I, fatte costruite dal duca nel 1492: costituiscono il primo esempio di mura moderna, ramparate e bastionate, i cui cannoni sparavano con un sistema di fuoco incrociato. Il nome dell’architetto Biagio Rossetti è indissolubilmente legato alla costruzione di questo tratto murario, coincidente con il perimetro settentrionale e nord-orientale della cosiddetta Addizione Erculea o Terranova, ossia il colossale ampliamento urbano intrapreso a partire dal 1492 su impulso del duca Ercole I d’Este e che consentì alla città di raggiungere in pochi anni un’estensione più che raddoppiata. Costeggiamo il cimitero ebraico, il più antico dell’Emilia Romagna e tutt’ora in uso, nel quale si trova la tomba dello scrittore Giorgio Bassani, con un monumento a lui dedicato, realizzato dallo scultore Arnaldo Pomodoro e dall’architetto Piero Sartogo nel 2003. Proseguiamo fino al Parco Urbano Giorgio Bassani, dedicato allo scrittore, in un’area a nord della città che forma “l’Addizione Verde”, 1200 ettari di terreno che si estende tra Ferrara e il Po, un tempo territorio di caccia degli Estensi, arrivando alla Porta degli Angeli: l’unico varco di accesso settentrionale del circuito fortificato attorno alla grande “Terranova”. La tradizione vuole che dalla Porta degli Angeli sia uscito Cesare d’Este, l’ultimo duca di Ferrara quando, nel 1598, la città fu devoluta allo Stato Pontificio e che immediatamente dopo, in ricordo dell’evento, i fornici siano stati tamponati. Svoltiamo su Corso Ercole I d’Este fino ad arrivare alla Chiesa di San Cristoforo alla Certosa che, insieme al chiostro, è parte originaria del monastero, fondato nel 1452 dal Duca Borso d’Este, al quale fu concesso di esservi sepolto, privilegio all’epoca riservato ai soli monaci. L’antico chiostro accoglie dodici celle sviluppate su due piani con cortile sul retro, abitate anticamente dai monaci del monastero, la più spaziosa delle quali era assegnata all’abate. Con l’ampliamento e la cimiterializzazione, avvenuti in epoca successiva, la parte più antica del monastero è diventata una galleria di opere d’arte neoclassiche, monumenti funerari commissionati dai nobili a simbolo di prestigio. Il cimitero della Certosa ospita anche la tomba di Giovanni Boldini, pittore ferrarese dal successo planetario, morto a Parigi nel 1931, massimo rappresentante del ritratto d’epoca soprattutto femminile dell’alta società aristocratica francese e inglese. Continuamo su Corso Ercole I d’Este fino al famoso Quadrivio degli angeli, sul quale si affaccia il Palazzo dei Diamanti, uno degli edifici rinascimentali più celebri al mondo. Il Palazzo, sede della Pinacoteca Nazionale, fu progettato da Biagio Rossetti per conto di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I d’Este, nel 1492. La sua caratteristica principale è il bugnato esterno a forma di punte di diamante, che danno il nome al palazzo. I circa 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa creano pregevoli effetti prospettici grazie alla diversa conformazione delle punte, orientate diversamente a seconda della collocazione, in modo da catturare al meglio la luce, dando un’illusione ottica. Il diamante, simbolo di forza, luce e eternità rievoca la figura del Duca Ercole I. Di notevole interesse l’impianto astrologico: la linea del decumano è in asse con gli equinozi così, durante il solsizio d’estate, il sole è allo zenit sul palazzo. Proseguendo sul Corso Ercole I d’Este, ci appare su Largo Castello e in tutta la sua magnificenza il Castello Estense, simbolo della città, fatto edificare nel 1385 dal marchese Niccolò II d’Este. Circondato da un fossato, è raggiungibile attraverso ponti levatoi, mentre un passaggio coperto, ancora esistente, unisce l’edificio al palazzo dei marchesi, oggi Palazzo Municipale. Agli angoli del Castello, quattro torri svettano sullo skyline della città: a sud-est la Torre Marchesana e a sud-ovest la Torre di San Paolo, a nord-ovest la Torre di Santa Caterina, a nord-est la Torre dei Leoni, da cui si gode una magnifica vista su Ferrara. Dal Castello, attraversando Piazza Savonarola, al centro della quale si erge la statua del frate predicatore, raggiungiamo Piazza della Cattedrale, con la sua imponente di Chiesa dedicata a San Giorgio, principale luogo di culto cattolico di Ferrara. La Cattedrale, costruita a partire dal XII secolo, presenta all’esterno un complesso connubio tra stile romanico e gotico, mentre il suo interno, rimaneggiato nel corso dei secoli, è prevalentemente di stampo classico. La fiancata meridionale, lungo la piazza Trento-Trieste, è decorata da due logge con colonnette scolpite: in basso corre la Loggia dei Merciai, occupata da negozi fin dai tempi del Medioevo, mentre volgendo lo sguardo verso l’alto, svetta il campanile rinascimentale in marmo bianco e rosa, opera incompiuta attribuita a Leon Battista Alberti.
Ferrara in Bicicletta
L’osteria più antica del mondo, dal 1435
BLOCK NOTES

DURATA: 3 giorni

PREZZO: 250/300 Euro, viaggio e noleggio bici esclusi

QUANDO: da marzo a novembre

____________________________________________________________

Come arrivare In auto: Autostrada A13 Bologna-Padova, uscita Ferrara Nord. In treno: Trenitalia (Venezia-Firenze-Roma), www.trenitalia.com; Fer – Ferrovie Emilia Romagna – tel. 800914030, www.fer-online.it. In Pullman: bus extraurbani dalle città di Bologna (LINEA tper 353/356) e Modena (linea tper 550/551/552); orari su www.tper.it. In aereo: dall’aeroporto di Bologna, treno per Ferrara (40 minuti circa).

Dove dormire B&B Hotel Ferrara, Via Pigna 5/7, tel. 0532.977155, www.hotel-bb.com, a 10 minuti in bici dal centro, offre il massimo del comfort in un ambiente moderno, accogliente e curato nei particolari. Ottima colazione bio con torte fresche. Eccellente rapporto qualità/prezzo. Noleggio biciclette. Hotel Carlton, Piazza Sacrati, tel. 0532.211130, www.hotelcarlton.net, situato a 5 minuti a piedi dal Castello, offre la connessione Wi-Fi gratuita, un parcheggio privato e biciclette a noleggio. Hotel Nazionale, Corso Porta Reno 32, tel. 0532.243596, www.hotelnazionaleferrara.it, a soli 50 metri dal Duomo, offre camere moderne con TV LCD e connessione Wi-Fi gratuita; le sistemazioni dispongono di aria condizionata, design moderno con pavimento in parquet e arredi anallergici, cassaforte e bagno privato con asciugacapelli e set di cortesia, noleggio biciclette. Biciclò Ferrara Città, Via Carlo Mayr 100, tel. 328.0545908, www.bicicloferrara.it, ospitato in un edificio del XV secolo, il monolocale coniuga il confort contemporaneo, proponendo un ambiente ricercato, con il rispetto dell’architettura ferrarese e del contesto storico tipico emiliano. Dispone di TV satellitare a schermo piatto, aria condizionata, connessione Wi-Fi gratuita e viste sulla città. La cucina è completa di lavastoviglie e forno. Il bagno è completo di doccia e asciugacapelli. Noleggio biciclette. Avanguardia Suite Ferrara, Via Borgo dei Leoni 99, tel. 0532.769164,  www.avanguardiasuiteferrara.it, situato tra il Palazzo dei Diamanti e il Giardino Botanico dell’Università, offre eleganti suite dal design esclusivo. Ogni camera è diversa e vanta una combinazione di arredi moderni e pezzi d’antiquariato, aria condizionata, Wi-Fi gratuita e TV a schermo piatto. Noleggio biciclette.

Dove mangiare Ristorante Ca’ d’Frara, Via del Gambero 4, tel. 0532.205057, www.ristorantecadfrara.it, in pieno centro storico, il «Ristorante Cà d´Frara» (dal dialetto locale: Casa di Ferrara), è la meta ideale per chi desidera mangiare alla ferrarese in un ambiente accogliente e rilassante. La pasta fresca al mattarello, le carni alla brace, il bollito e i famosi «Pinzin», sono considerate vere ed uniche prelibatezze. Cucina creativa di stagione a base di pesce, funghi e tartufo. Il Mandolino Trattoria, Via delle Volte 52, tel. 0532.760080, www.ristoranteilmandolino.it, salama da sugo e pasta fatta in casa in un locale intimo con soffitto a cassettoni e stampe alle pareti. Antica Osteria delle Volte, Via delle Volte 37, tel.0532.472793, www.anticaosteriadellevolte.com, ristorante storico dove l’ottima cucina di pesce incontra la tradizione ferrarese, proposte vegane, pasta fatta in casa.
Dove e cosa comprare Ferrara Store, Piazza della Repubblica 25, tel. 0532.242759, www.ferrara-store.it, prodotti e cibi tipici ferraresi. Agriturismo “Alla Casella”, Via A. Talassi  40, Porotto, cell. 339.4958278, www.allacasella.it, insaccati ferraresi, vini delle Sabbie, riso del Delta del Po, pampapato e altri dolci tipici, marmellate e salse, succhi di frutta. Leon d’Oro Pasticceria, Piazza della Cattedrale 8, tel. 0532.209318, www.leondoroferrara.it, la più antica di Ferrara: pampapato, torta tenerina, mandurlin dal pont e altra pasticceria tipica. Panificio Pasticceria Perdonati, Via San Romano 108/B, tel. 0532. 761319, www.panificiopasticceriaperdonati.it, dal 1949 le più genuine specialità locali.
Piatti tipici La salama da sugo è il piatto principe della cucina ferrarese, a base di coppa, pancetta, fegato, testa e lingua legate con brandy, vino, cannella e chiodi di garofano. Le sue origini risalgono alla corte estense. Una leggenda attribuisce il merito della sua diffusione a Lucrezia Borgia, moglie di Alfonso d’Este che ne fece il piatto forte dei banchetti di corte. L’antica ricetta risale a Cristoforo da Messisburgo, scalco alla corte estense. Il pasticcio ferrarese, capolavoro della cucina locale, risalente agli inizi del Settecento, dunque al periodo della legazione pontificia (la forma sembra ispirarsi al cappello del prete), è composto da un involucro di pasta frolla dal gusto dolce e saporito che racchiude un preparato a base di maccheroni, ragù, besciamella e funghi. I cappelletti, immancabili nel pranzo natalizio e di capodanno, sono fatti di pasta sfoglia ripiena di un battuto (al batù) cotto di carne di maiale, vitello, pollo rinchiusi intorno ad un dito; deliziosi anche accompagnati da un brodo di carne. I cappellacci con la zucca (i caplàzz): la ricetta originale affonda le sue origini durante la Signoria Estense, unendo il sapore dolce della zucca mantovana al salato della pasta e del ragù di carne come condimento. Il salame all’aglio, la cui produzione è documentata già dal Quattrocento. La Zziè, zia ferrarese, salame di forma tondeggiante con cinque-sei mesi di stagionatura, il cui impasto è composto da: carne suina, vino rosso, sale, pepe e aglio fresco, lasciato macerare nel vino bianco. Il pane tipico di Ferrara è detto coppietta (la ciupèta), formato da un corpo centrale morbido da cui partono quattro crostini ritorti, sempre più croccanti man mano che si arriva alla punta. La vicinanza delle valli di Comacchio rende l’anguilla un altro asso della gastronomia locale: l’anguilla marinata nel latte o nell’aceto viene cotta ai ferri oppure cucinata in umido, o accompagnata al risotto o alla polenta, o nel brodetto alla comacchiese insieme alle verze. Il Panpapato o Panpepato è il dolce del Natale e delle feste, inventato probabilmente dalle monache del convento del Corpus Domini di Ferrara, come dono natalizio per alti prelati, da cui deriverebbe il nome (Pan del Papa) e traendo ispirazione da un’antica ricetta del cuoco della corte estense Cristoforo da Messisbugo. A forma di zuccotto (che andrebbe a riprendere la calotta papale) è impreziosito da mandorle o nocciole finissime, canditi e insaporito con spezie profumate, il tutto ricoperto di cioccolato fondente. L’altra versione invece tende ad associare il nome del pampepato ferrarese alle spezie che lo compongono. Grazie a Cristoforo Messisbugo ed al suo trattato di scalcheria del 1549, sappiamo che nella corte estense veniva servito del pampepato ferrarese di zucchero.
Ricette ferraresi www.ferraraterraeacqua.it
Cosa vedere Cattedrale, Piazza Cattedrale, (temporaneamente chiusa per restauro) tel. 0532.207449. Castello Estense, Largo Castello 1, www.castelloestense.it. Museo della Cattedrale, Via S.Romano 2, tel. 0532.761299. Palazzo dei Diamanti/Pinacoteca, Corso Ercole I d’Este 21, tel. 0532.244949 www.palazzodiamanti.it. Museo Schifanoia, Via Scandiana 23, tel. 0532.344949. Casa Romei, Via Savonarola 30, tel. 0532.234130. Centro Studi Bassaniani, Via Giuoco del Pallone 15, tel. 0532.760002. Cimitero Ebraico, Via delle Vigne, tel. 0532.751337, suonare il campanello della casa del custode. Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS, Via Piangipane 81, www.meisweb.it. Museo Archeologico Nazionale, Via XX Settembre 122, www.archeoferrara.beniculturali.it. Teatro Nuovo, Piazza Trento e Trieste 52, www.teatronuovoferrara.com. Palazzo Paradiso/Biblioteca Ariostea, Via delle Scienze 17, www.bibliotecheferrara.it. Museo del Risorgimento e della Resistenza, Corso Ercole I d’Este 19, tel. 335.1734227.
Ferrara Tourist Card (MyFE) Biglietto cumulativo per adulti (i ragazzi fino a 18 anni non pagano) che comprende i seguenti musei: Castello Estense, Palazzo Schifanoia, Palazzina Marfisa, Pianacoteca Nazionale, Casa Romei, Museo Della Cattedrale, Museo Archeologica Nazionale. € 15,00 per 2gg, € 17,00 per 3 gg, € 21,00 per 6 gg. In vendita presso Castello Estense, Museo della Cattedrale, Palazzina Marfisa, Palazzo Schifanoia e on line su www.ferraraterraeacqua.it.
Da non perdere Salire sulla Torre dei Leoni al Castello Estense, info c/o biglietteria del Castello; gustarsi un buon vino mantovano Al Brindisi, l’enoteca più antica del mondo, dal 1435, Via Adelardi 11, www.albrindisi.net.
Servizi per il ciclista Noleggio bici, meccanici, ciclocorrieri, cargo bike, bike service, bike sharing e altri servizi: www.ferrarainbici.it
Indirizzi utili e Info in rete Informazione Accoglienza Turistica all’interno del Castello Estense di Ferrara, tel. 0532.209370/ 299303, www.ferrarainfo.com, www.ferraraterraeacqua.it, www.emiliaromagnaturismo.it.
Mappe Pianta turistica di Ferrara: PDF scaricabile da www.ferraraterraeacqua.it.
Bibliografia Cinque storie ferraresi, Giorgio Bassani. Feltrinelli. Alla ricerca della Ferrara perduta. Luoghi, personaggi, curiosità e misteri. Francesco Scafuri. Faust Edizioni. Ferrara. Un racconto di luce nel tempo, Gianni Venturi. Edizioni Edisai.
Filmografia Il giardino dei Finzi Contini (Vittorio De Sica, 1970). Al di là delle nuvole (Michelangelo Antonioni, 1995). La lunga notte del 43 (Florestano Vancini, 1960). Gli occhiali d’oro (Giuliano Montalto, 1987).
Frasi d’autore “La paura, anche in arte, è sempre stata una pessima consigliera” (da Il giardino dei Finzi Contini. Giorgio Bassani, scrittore ebreo, ferrarese d’adozione)

 Un po’ di poesia “Ferrara: città ricca di storia e di storie, ancora da narrare e da svelare. Magica e affascinante, accolta da una seducente e sottile malia, velata come le sue nebbie. Amata e odiata da artisti, poeti e viaggiatori che attraverso il tempo l’hanno vissuta, respirata, ascoltata”.

(Mirna Bonazza, storica e scrittrice ferrarese)

Testo & Foto: ©Scilla Nascimbene

In collaborazione con ITINERARI e luoghi, n°288 – marzo 2021.Ferrara in BiciclettaFoto in copertina di: ©Scilla Nascimbene

Itinerari e Luoghi

© R.T.Earth. All Right Reserved.

Scopri i nostri REPORTAGE  CLICCA QUI

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Rt-earth-2019_logo_Web_dark.png

RINGRAZIAMO

La Redazione di ITINERARI E LUOGHI – EDITORIALE C&C

Emanuela Mari – guida turistica di Ferrara & Provincia www.ferraraincantesimo.com

B&B Hotel Ferrara